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Posted 14 settembre 2010 by Adelio Fioritto in Politica
 
 

Povero “Rionero, paese mio”


Riporto una riflessione postata sul mio spazio personale, trattandosi di Rionero mi è sembrato corretto girarla su R24h.

Era fine Luglio quando sono tornato a Rionero in un clima a dir poco acceso.

Tra manifesti e vicissitudini varie, l’atmosfera che si respirava non era certo delle più rosee.

Maggioranza ed opposizione si schernivano a vicenda, rancori più o meno sopiti tornavano alla ribalta per dar adito alle peggiori espressioni che l’essere umano potesse mai manifestare.

In questo clima, a dir poco feroce e privo di alcuna logicità, si tentava di poter collocare una persona in questo o in quell’altro schieramento, offendendo così facendo non solo l’intelletto umano, ma tutta la base di una democrazia: la libertà.

Libertà d’espressione: parole, opere e azioni… sembra una frase tratta dalla liturgia ecclesiastica, ma altro non è che il fondamento della nostra Nazione.

Non esiste più alcun tipo di libero arbitrio, esiste solo una corrente che si deve poter seguire, guai ad accennare ad una semplice biforcazione.

Perchè il colore, l’appartenenza, devono contraddistinguerti. Non si ascolta più, non si pensa più, si procede per alzata di mano o, nella maggior parte dei casi, a dei semplici cenni con la testa, tanto ciò che conta è lo schieramento a cui appartieni, non certo ciò che vuoi esprimere.

In questo clima, allora, diventa davvero difficile poter trovare un dialogo, fosse anche un contraddittorio. Per quanto mi riguarda, ho avuto dei piacevoli riscontri di apertura da ambo le parti, ma non basta. Se la politica che ci governa non fa altro che alimentare e fomentare spaccature già esistenti, la popolazione non potrà mai svoltare pagina.

Quest’estate un mio caro amico mi ha fatto una battuta, ma una battuta che in sé racchiude forse più di 20 anni di storia del nostro Comune: c’abbiamo messo tanto per riappacificare “il paese”, vogliamo proprio ricominciare? A questo punto una domanda è d’obbligo: chi c’ha messo tanto per riappacificare cosa e, soprattutto, ci si è mai chiesti di che tipo di spaccatura si tratti?

La spaccatura, se così può essere definita, per quanto mi riguarda, è stata sempre e solo di carattere politico, non certo personale. Se di spaccatura personale si parla, allora è stata creata e protratta da altri, non certo da me.

Mi ricordo come fosse ieri quando, con la vecchia AC, andavamo a chiedere le varie autorizzazioni sul Comune, all’epoca amministrato da Ciummo e di come molti degli ivi presenti si stupivano non solo che simili richieste venissero prontamente accettate, ma anche del fatto che il più delle volte passassi anche un’ora a ragionare e discutere con l’allora sindaco di Rionero. Ciò che rispondevo sempre, testimoni a conferma di ciò che dico, è che sebbene io non l’avessi votato, una volta salito sul Comune egli rappresentava anche me come cittadino del paese, pertanto il dialogo non dico fosse d’obbligo, ma quantomeno auspicabile.

Oggi come ieri mi trovo a parlare non solo con l’ex sindaco, col quale credo di poter affermare con tutta tranquillità di averci sempre discusso pacatamente, ma anche con persone dell’attuale minoranza, oltre a non aver mai cessato d’avere rapporti con tutta l’attuale maggioranza, in primis il Sindaco.

Il mio è forse un comportamento ambiguo, poco chiaro, atto a dar adito a “ribaltoni” o a generare confusione su ciò che può essere la mia linea di pensiero politica, io dico di essere un semplice essere umano che trova gusto e piacere a confrontarsi con chi che sia, volendo ribadire un concetto chiaro e semplice: l’essere un cittadino libero.

Libero intellettualmente e professionalmente da questo o quell’altro personaggio politico di turno, libero di poter parlare in piazza aperta con chi meglio m’aggrada, libero di poter dire in faccia e senza timore alcuno ciò che penso su questo o quell’altro accadimento…

… e da persona libera dico quanto segue…

Se Rionero iniziasse ad ascoltare maggiormente e parlasse di meno, allora le cose potrebbero realmente cambiare.

Se si badasse di più a ciò che si dice e non alla persona che la esprime, allora non potremmo far altro che arricchirci maggiormente perchè è dal confronto che nascono cose meravigliose, non certo da “monologhi collettivi”.

Se chi ci governa e ne ha le capacità non tenta, almeno in parte, di stendere un velo e cercare di ricostruire un senso civico collettivo atto a creare un’unica fonte di patrimonio intellettuale dal quale poter attingere il più possibile idee ed iniziative, il paese non potrà che continuare a vivere in questo stato di abbandono totale.

Abbandono totale non certo dettato da chi ci rappresenta, ma da quel tessuto sociale ormai strappato che è la base della vita di un paese.

Il popolo non è chiamato una tantum ad esprimere il voto, non decide neppure di eleggere chi lo governa senza poter più proferir parola, bensì è coscienza e vita di tutta la comunità, ma questo ormai l’abbiamo perso e ci siamo ridotti a meri esecutori di una crocetta elettorale.

Un’amministrazione non può non comprende questo passaggio essenziale di coinvolgimento ed unità, anche attraverso critiche e malcontenti generali e non può limitarsi a storcere il naso ogni qual volta gli si presenti un’osservazione, perchè un simile comportamento non farà altro che sbarrare le porte a possibili dialoghi futuri, perdendo quell’occasione di crescita collettiva che reputo essenziale per la vita di un paese.

Ovviamente la mia è solo un’opinione, una delle tante, e non ho neppure la presunzione di dire che ciò che penso sia oro colato venuto giù dal cielo, tuttavia non mi si potrà mai vietare di esprimere, liberamente e senza offesa alcuna, ciò che è il mio “pensare”.

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Adelio Fioritto