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Posted 12 novembre 2010 by Alfonso Ianiro in News
 
 

Il Vandrella è inquinato – Il Corpo Forestale ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica


Quanto percolato, per quanto tempo e fino a che punto l’ambiente è stato compromesso dall’immissione nel fiume Vandrella di liquami provenienti a monte dall’impianto di trattamento di Castel di Sangro? Dal torrente Vandrella, al fiume Vandra fino al Volturno che, si scopre, non riceve veleni solo dal medio tratto in provincia di Caserta e, più giù, fino alla foce di Castel Volturno, putrido ammasso di scarti. Si scopre, invece, che il bacino, il sistema di fiumi delle verdi vallate del Molise, è infetto. Lo è perché un torrente a Bocca di Forli, territorio di Rionero Sannitico, riceve liquidi inquinanti. Acqua altamente sporca quella del Vandrella. Le analisi dell’Arpa Molise non lasciano dubbi e il Corpo forestale dello Stato va avanti nelle sue indagini. La Prefettura di Isernia ha impartito severe direttive: massima attenzione alla salvaguardia e alla salute dei cittadini della Provincia di Isernia. Le squadre sul territorio sono al lavoro. E la puzza spinge proprio in un luogo abbastanza ameno. Colore e odore che fanno pensare subito all’immondizia. Più a monte c’è un impianto di trattamento. Si trova in territorio di Castel di Sangro e, il rapporto rifiuti della Provincia dell’Aquila certifica, riceve immondizia urbana da 13 comuni del comprensorio, tutti abruzzesi. La Forestale di Isernia, coordinata dal comandante Giovanni Potena, segnala tutto alla magistratura di Sulmona e denuncia alla Procura i presunti autori di quei sversamenti. Ora sarà da Sulmona che dovranno ripartire le indagini. Finora è stato accertato che si tratta di liquidi altamente inquinanti, che l’episodio non sarebbe isolato, che l’impianto per scolo naturale riversa in Molise ma che questo scolo, in realtà, non dovrebbe affatto esserci. Questi liquidi tossici in quel fiume non dovevano proprio andarci a finire. Responsabilità e cause. Su questo la magistratura dovrà esprimersi. Anche se le acque, il terreno, le piante, quei veleni li hanno già ricevuti. E qualcuno lo dice da tanto. Cristian Rossi, presidente dell’Adat (Associazione per la difesa dell’ambiente e del tartufo) questi boschi li conosce come le sue tasche perché ci viene con i suoi cani a cercare tartufi. «Il fenomeno l’ho notato già due anni fa e continua in determinati periodi. Circa dieci giorni fa l’acqua del Vandrella si presentava rossastra e schiumosa». Siamo andati a verificare e le foto che pubblichiamo, scattate nel pomeriggio di ieri, sono abbastanza eloquenti. «Il problema, per chi come me è spesso in giro per il territorio, è generale e riguarda l’adeguatezza degli impianti. Finché ci sarà la modalità di scaricare rifiuti nella terra, pur in presenza di rivestimenti a protezione, problemi di questo tipo si riproporranno comunque».

Fonte Il Tempo Molise

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Alfonso Ianiro