Lettera aperta indirizzata al Sindaco
Ricevo e pubblico (scusandomi del ritardo) una “Lettera Aperta” indirizzata al Sindaco Ferdinando Carmosino da parte di Tonino Minichiello, consigliere di minoranza del nostro Comune.
LETTERA APERTA
Non vi è niente di più pericoloso per un paese di un sindaco che riesce a convincersi che la realtà dei fatti sia la sua capacità di inventare storie e dire bugie. Tale convincimento non tutela né i cittadini né tanto meno la sua maggioranza. Forse questo è quello che sta accadendo in quel di Rionero Sannitico?
Il 18 Dicembre 2010 si riunisce il Consiglio Comunale dove il gruppo di minoranza presenta una nota nella quale testualmente si dice:
“ Il Consigliere Coppola Tommaso, Capogruppo della Minoranza, anche a nome dei Consiglieri Minichiello Tonino, Arnaldo Rossi e Di Geronimo Luca, nel ribadire la loro contrarietà alla politica economica e finanziaria imposta dalla maggioranza, in particolare alla scelta di dichiarare il dissesto finanziario a danno dei cittadini del Comune di Rionero Sannitico, dichiara che:
-Sussistono dubbi sulla competenza di questo Consiglio Comunale a deliberare il riconoscimento dei debiti fuori bilancio ai sensi dell’art. 194 del Tuel, in seguito alla dichiarazione di dissesto finanziario e comunque in relazione ai debiti fuori bilancio rientranti nella sfera di competenza del Commissario Straordinario di Liquidazione; in ogni caso, ai Consiglieri della Minoranza l’Amministrazione non ha fornito tutta la documentazione relativa a i debiti fuori bilancio sui quali il Consiglio Comunale è stato chiamato a deliberare.
Tale circostanza impedisce ai Consiglieri Comunali della Minoranza di partecipare alla discussione ed alla votazione degli argomenti all’ordine del giorno; per tale ragione, i Consiglieri di Minoranza abbandonano l’aula senza partecipare ai lavori del Consiglio comunale.”
La risposta del sindaco a questa presa di posizione e decisione politica dell’opposizione è stata la delegittimazione delle stessa, accusata di avere un atteggiamento scriteriato, seguita da una lunga lezione di giurisprudenza. Ma se solo il tuttologo sindaco avesse avuto l’umiltà e il coraggio del confronto politico, cosa che ci si aspetta quale prerogativa di chi occupa posti di potere, avrebbe capito, forse, la pertinenza della nota. Si pone il problema della legittimità del Consiglio in quanto i membri dell’Amministrazione vengono continuamente redarguiti dal Commissario, e sopra ogni cosa, passaggio che il mago sindaco si dimentica di affrontare, sta il vero motivo dell’atto della minoranza “non siamo stati messi nella condizione di poter esaminare gli atti che dovrebbero sostenere il riconoscimento del dissesto”; a comprovare ciò sta una richiesta scritta ad avere a disposizione tutta la documentazione relativa ai debiti fuori bilancio alla quale non è stata data risposta. Gli atti non ci sono.
La domanda sorge a questo punto spontanea: se il “gruppo dei sapienti” ha impiegato un anno e mezzo di duro e faticoso lavoro per visionare e vagliare migliaia di documenti per partorire, poi, finalmente il verdetto che dichiara una montagna di debiti pari a 683.000 euro; come si è potuto pretendere che il “gruppo degli umili” svolgesse il proprio ruolo di controllo, di supporto e di collaborazione e anche di responsabilità verso tutti i cittadini in due giorni?
Caro il mio sindaco, la legge dice che gli atti del Consiglio debbono essere a disposizione dei consiglieri TUTTI al momento della notifica e non due giorni dopo, non volendo considerare il giorno di chiusura del palazzo comunale. Le regole della trasparenza e della buona governance, di cui Lei si è riempito la bocca durante la campagna elettorale, avrebbero voluto che per un problema così serio e delicato Lei portasse a conoscenza di tutti i consiglieri i più minuti dettagli della situazione, così come previsto per un’approvazione di un bilancio di previsione, venti giorni prima della seduta del Consiglio. Ma forse aspettarsi questo comportamento è aspettarsi troppo da chi viene redarguito da il Commissario per “funzione impropria di responsabilità di servizio” e per “scarsa collaborazione”?! Dichiara di non essere stato a conoscenza dei debiti prima, ma allora come ha potuto dichiarare un dissesto? Come ha potuto delegittimare chi le pone tale questioni svendendo la dignità politica di un gruppo e, di conseguenza, di tutti i suoi elettori? Non so, forse questo può essere definito un comportamento da scriteriato o irresponsabile, non crede?
E poi, che dire della sua frase infelice pronunciata in sede di Consiglio, rivolta direttamente al sottoscritto, che in occasione del Consiglio era assente, ma presente nella dichiarazione del gruppo di minoranza, avendola sottoscritta, e applaudita dai suoi fans che afferma: “forse per qualcuno del gruppo di minoranza è stato meglio non essere presente, anziché ammettere le proprie responsabilità?”
Sai cosa? E a questo punto ti do del tu, voglio risponderti ricordandoti che i debiti fuori bilancio, se possono esser riconosciuti, non ricadono sulla responsabilità del singolo, ma d chi li riconosce (il consiglio);quindi, per quel che mi riguarda, l’unica convenienza sta in ciò che tu hai fatto.
Riguardo alle responsabilità politiche, credo di aver dimostrato ampiamente di assumermele con continuità. Nel merito, a mio giudizio i debiti sono meno di quelli dichiarati, altrimenti non si capisce perché il Commissario stia ancora valutando, e comunque, provengono in gran parte da contenziosi mossi da terzi nei confronti del comune, legittimi o meno, non sta né a me né a te giudicare. Forse dovrebbero essere impugnati e portati a termine?
Per quanto riguarda alcuni lavori, tipo la metanizzazione, vige una convenzione che credo bisognerebbe valutare approfonditamente; per altri lavori, vedi campo sportivo, acquedotto rurale, consolidamento e CATRAME, si tratta di progetti finanziati, che già erano stati creati dalla vecchia amministrazione, e pare non siano stati rendicontati in tempi utili e perciò si siano persi finanziamenti. Per tutto ciò, ti ricordo il principio della continuità amministrativa. Circa i debiti per beni di servizio si è preferito far aspettare qualche fornitore piuttosto che tagliare sui servizi ai cittadini.
Comunque, siccome le parole pesano, anche quelle proferite in campagna elettorale, ti ricordo che la mia candidatura era in una lista nominata “passato, presente e futuro”, che nel sottotesto indica la precisa volontà di assumersi responsabilità senza ordine e limite temporale, nella consapevolezza di dover amministrare anche i debiti. Tanto per continuare a rinfrescarci la memoria, ti rammento che si stava tentando di comporre una lista unica, tutti consapevoli della condizione di fatto nella quale ci si stava muovendo, e solo tu ti sei dichiarato contrario, rifiutandoti di aderire a quel progetto. Sai, credo che ambizioni, sete di vittoria non siano buoni sentimenti capaci di muovere ad un’azione politica lucida e responsabile, credo che da parte di chi inizia la propria esperienza amministrativa la tensione dovrebbe essere quella di sfruttare esperienza e buon senso lasciatogli in eredità, ma questo presuppone umiltà ed intelligenza, doti poi non così comuni.
Rispetto a quello che significa per i cittadini la decisione di dichiarare il dissesto è facile dirlo, si rischia di concentrare energie e azioni tutte sul problema del dissesto e può diventare una buona scusa per rifiutarsi ad amministrare situazioni delicate: la scuola, la mensa il servizio bus? Non sono un nostro problema , ci sono i genitori a potersene occupare, noi dobbiamo occuparci del dissesto; il cimitero? Non esiste il problema (pur essendo sotto gli occhi di tutti), dobbiamo occuparci del dissesto; e così per le manutenzioni, le strade, i vari appalti, il servizio neve tutto un gran pasticcio. Così alla pro loco si dice: grazie presidente e soci tutti per l’impegno ma ora vedetevela voi, sete abbandonati al vostro destino, noi abbiamo da occuparci del dissesto. Manifestazioni? Chiuso per dissesto. Unico caso di sufficiente impegno quello del decoro e della sorveglianza, ma credo per una propensione personale, nonché impegno economico, di chi ne è responsabile. E poi, forse, per qualcos’altro, tipo le lottizzazione, il dissesto non esiste. Quello che credo è che nel tempo vi stiate costruendo, forse senza consapevolezza politica, un bel capo espiatorio. Agiamo nel nome del dissesto, e così mascheriamo incompetenza e ignavia.
Noi minoranza, minoritaria, continueremo nel nostro lavoro: opposizione concreta e controllo. Per concludere ribadiamo la nostra disponibilità ad offrire supporto, consigli e a lavorare per il bene del paese.
Rionero Sannitico,
24/12/2010
Tonino Minichiello
E’ sempre molto difficile, per un cittadino che sia scevro da pregiudizi e che non sia aprioristicamente schierato né con la maggioranza né con l’opposizione, capire da quale parte stia effettivamente la verità. Ho seguito in passato la polemica sull’opportunità o meno di dichiarare il dissesto e mi è sembrato spesso che entrambe le parti in causa avessero delle motivazioni concrete e convincenti a supporto delle rispettive tesi: da una parte un debito enorme, dall’altra delle critiche sulle modalità con le quali era stato ricostruito il passivo dell’ente. Dopo quanto accaduto durante l’ultimo consiglio comunale, e dopo aver conseguentemente riletto i documenti diffusi in passato grazie a questo sito e al sito ufficiale del comune, penso di aver capito come stiano realmente le cose. Riassumo: Nella dichiarazione che il consigliere Coppola ha letto nell’ultima seduta del consiglio comunale, prima di abbandonare l’aula, è scritto testualmente: “Sussistono dubbi sulla competenza di questo Consiglio Comunale a deliberare il riconoscimento dei debiti fuori bilancio ai sensi dell’art. 194 del Tuel, in seguito alla dichiarazione di dissesto finanziario e comunque in relazione ai debiti fuori bilancio rientranti nella sfera di competenza del Commissario Straordinario di Liquidazione;“ Successivamente il sindaco ha manifestato su questo sito la propria opinione al riguardo, indicando anche le norme giuridiche di riferimento. Segue la lettera aperta del consigliere Minichiello in cui si sostiene che “Si pone il problema della legittimità del Consiglio in quanto i membri dell’Amministrazione vengono continuamente redarguiti dal Commissario”; dunque Minichiello precisa che il consiglio sarebbe incompetente nel senso che sarebbe incapace (cioè i consiglieri sarebbero inetti); mi sembra che questa lettera sia semplicemente un tentativo, peraltro decisamente mal riuscito, di cambiare le carte in tavola. Il problema è questo: l’espressione “sussistono dubbi sulla competenza” significa che non rientra nelle prerogative del consiglio comunale il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, oppure significa che nel consiglio, astrattamente legittimato al suddetto riconoscimento, siedono degli incompetenti, incapaci di discernere quali debiti fuori bilancio riconoscere e quali no? Se la dichiarazione dell’opposizione è stata correttamente riportata dal curatore di questo sito, a me pare inequivocabile che in essa il gruppo di minoranza afferma che il riconoscimento dei debiti fuori bilancio non spetta al Consiglio, ma spetta al Commissario (come interpretare altrimenti l’espressione “…in relazione ai debiti fuori bilancio rientranti nella sfera di competenza del Commissario Straordinario di Liquidazione”?). Non si afferma che sussistono dubbi sulla competenza (capacità) del gruppo di maggioranza, ma che sussistono dubbi sulla competenza del consiglio comunale; e visto che il consiglio comunale è formato da maggioranza e opposizione, si voleva forse dichiarare che anche la minoranza, come la maggioranza, è formata da incompetenti? L’interpretazione fornita nella più volte citata lettera aperta è, a mio parere, un patetico tentativo di giustificare a posteriori un’autentica corbelleria. Ma se volessimo dar credito alle parole del consigliere Minichiello, e ammettere che nella dichiarazione esibita in consiglio sia stata usata un’espressione infelice, perché si intendeva rimarcare l’inettidudine dei consiglieri di maggioranza e non la spettanza al commissario del potere/dovere di riconoscere i debiti fuori bilancio, vorrei poi capire che senso avrebbe avuto abbandonare l’aula. Se la maggioranza è costituita da incapaci, il compito della minoranza, in una seduta così importante, è quello di confutarne tenacemente le argomentazioni, di sostenere a spada tratta le proprie ragioni per tentare, se non altro, di evitare che venga erroneamente riconosciuta la legittimità di debiti che poi dovranno pagare i cittadini. In questo senso condivido l’affermazione del sindaco che parla di “atteggiamento scriteriato”: quando i consiglieri di minoranza proposero il ricorso contro la dichiarazione di dissesto, molti li criticarono sostenendo che avrebbero costretto l’ente a sobbarcarsi, in una situazione già difficile, le spese per la difesa in giudizio; non condividevo affatto tali critiche perché reputavo che stessero svolgendo esattamente il compito loro assegnato dagli elettori. Ebbene, al momento di sostenere nella sede deputata le loro ragioni, abbandonano l’aula e lasciano tutto nelle mani della maggioranza? Non mi vengano a dire che, per le regole della democrazia e il computo matematico dei voti, l’opinione del gruppo di maggioranza avrebbe comunque prevalso, perché allora coerentemente avrebbero dovuto e dovrebbero disertare tutte le sedute del consiglio. Nel ricorso al TAR pubblicato su questo sito da Anna Frabotta, ad esempio, sostenevano che i debiti contemplati in due sentenze (n.74/2007 della Corte di Appello di Campobasso per 97.010,33 euro e la n.270/2009 del Tribunale Civile di Isernia per 49.287,01 euro) non andavano inseriti nel passivo, perché le suddette sentenze non erano passate in giudicato e quindi non erano esecutive, come invece richiesto dall’art. 194 del TUEL. Mi sarei aspettato che sostenessero questa tesi anche in consiglio, magari sarebbero riusciti a convincere la maggioranza a non riconoscere i due debiti. Poi ho letto gli articoli 282, 283 e 373 del codice di procedura civile e ho capito che le sentenze possono essere esecutive anche se non ancora passate in giudicato. Tempo fa, un altro commento pubblicato su questo sito evidenziava altre inesattezze (per non dire falsità) poste a fondamento del ricorso al TAR contro la dichiarazione di dissesto . Pertanto la mia opinione è questa: il gruppo di minoranza, non avendo più argomenti logici da opporre alle tesi della maggioranza e non volendo ammettere i propri errori pregressi, ha surrettiziamente sostenuto, durante l’ultima seduta del consiglio comunale, che i debiti dovevano essere riconosciuti dal commissario, non dal consiglio. Peccato che nel ricorso presentato qualche mese fa il medesimo gruppo di minoranza, o meglio il loro avvocato (a loro insaputa?) affermava: “A tal fine il Consiglio Comunale avrebbe dovuto seriamente provvedere a verificare: a) l’esistenza di eventuali debiti fuori bilancio riconosciuti ai sensi del citato art.194, ovvero riconoscerli ricorrendone le condizioni. Potrebbe obiettarsi: allora la competenza spettava al consiglio perché non si era ancora insediato il commissario, oggi invece spetta al commissario; senonchè lo stesso commissario, nella lettera che proprio Coppola ha fatto pubblicare su questo sito, sostiene esattamente il contrario, redarguendo gli amministratori perché “ancora non risulta adottato dall’Ente alcun atto deliberativo di riconoscimento di legittimità di debiti fuori bilancio”. E anche le norme del TUEL non lasciano spazio a dubbi. C’è un altro passo della dichiarazione della minoranza che è, a mio avviso, emblematico, è quello che recita: “La domanda sorge a questo punto spontanea: se il “gruppo dei sapienti” ha impiegato un anno e mezzo di duro e faticoso lavoro per visionare e vagliare migliaia di documenti per partorire, poi, finalmente il verdetto che dichiara una montagna di debiti pari a 683.000 euro; come si è potuto pretendere che il “gruppo degli umili” svolgesse il proprio ruolo di controllo, di supporto e di collaborazione e anche di responsabilità verso tutti i cittadini in due giorni?” Nell’attesa che il sindaco, o chi per lui, dia al riguardo la propria versione dei fatti, voglio per ora ricordare che quando il commissario prefettizio, nell’ormai famosa lettera, rimproverò gli amministratori per non aver ancora provveduto al riconoscimento dei debiti fuori bilancio, il sindaco si giustificò adducendo, fra l’altro, la difficoltà di reperire tutti gli atti; i consiglieri di minoranza sostennero, trionfanti, che il dissesto era stato dichiarato senza avere cognizione di tutti i documenti. Ora io mi chiedo: ma se il gruppo di minoranza a sua volta non era a conoscenza dei documenti relativi ai vari debiti, come ha potuto contestare la ricostruzione del passivo e su quali basi ha deciso di proporre ricorso al TAR? Mi sembra il trionfo della faccia tosta! La logica e la coerenza imporrebbero che uno stesso argomento (la mancata cognizione di tutti gli atti) non dovrebbe essere utilizzato per criticare la maggioranza e contemporaneamente per giustificare l’abbandono dell’aula da parte della minoranza . Tra l’altro, cosa hanno fatto in questi mesi i membri dell’opposizione? Posto che i debiti da valutare erano noti, non potevano tempestivamente (è trascorso un anno e mezzo anche per loro) richiedere , per ognuno di essi, i documenti giustificativi, in modo da collaborare costruttivamente e responsabilmente con la maggioranza per il bene di tutti i cittadini? Avrebbero potuto (dovuto) fornire le proprie considerazioni e il proprio punto di vista in merito all’opportunità di riconoscere o meno questo o quel debito, cercando di correggere eventuali errori di valutazione della maggioranza. Esistono richieste di accesso agli atti in questione, presentate dalla minoranza nei mesi scorsi, o si è pilatescamente attesa la convocazione del consiglio per chiedere tutta la documentazione, salvo poi accorgersi dell’impossibilità di esaminare in pochi giorni una tale mole di atti? Magari pretendevano che gli venisse consegnata una editio minor o un Bignami per non affaticarsi troppo. Non ho una precisa conoscenza in merito ai tempi della giustizia amministrativa, non so, pertanto, quanto bisognerà aspettare prima che il Tar dirima definitivamente la questione, ma nell’attesa sto maturando la ferma convinzione che questa minoranza abbia un atteggiamento improntato al più bieco ostruzionismo: l’importante evidentemente è creare polemiche strumentali, funzionali ad accrescere il più possibile le difficoltà oggettive degli amministratori, magari con il recondito fine di costringerli ad abbandonare l’impresa, mentre l’interesse collettivo è assolutamente trascurabile.
Hai voluto l'opposizione e te la stanno facendo.
Lascia perdere il discorso delle liste sono cose vecchie, non rimuoviamo il letame che è stato sparso in quei giorni rischiamo di odorare cose poco piacevoli.
Torno a commentare alcuni passaggi della lettera e mi auguro che anche altri frequentatori del sito si soffermino sulla questione per dialogare politicamente...
Riprendo (copio e incollo) 2 frasi del consigliere Minichiello:
1) "...Sai cosa? E a questo punto ti do del tu, voglio risponderti ricordandoti che i debiti fuori bilancio, se possono esser riconosciuti, non ricadono sulla responsabilità del singolo, ma d chi li riconosce (il consiglio);quindi, per quel che mi riguarda, l’unica convenienza sta in ciò che tu hai fatto. Riguardo alle responsabilità politiche, credo di aver dimostrato ampiamente di assumermele con continuità. Nel merito, a mio giudizio i debiti sono meno di quelli dichiarati, altrimenti non si capisce perché il Commissario stia ancora valutando, e comunque, provengono in gran parte da contenziosi mossi da terzi nei confronti del comune, legittimi o meno, non sta né a me né a te giudicare. Forse dovrebbero essere impugnati e portati a termine?..."
2) Comunque, siccome le parole pesano, anche quelle proferite in campagna elettorale, ti ricordo che la mia candidatura era in una lista nominata “passato, presente e futuro”, che nel sottotesto indica la precisa volontà di assumersi responsabilità senza ordine e limite temporale, nella consapevolezza di dover amministrare anche i debiti. Tanto per continuare a rinfrescarci la memoria, ti rammento che si stava tentando di comporre una lista unica, tutti consapevoli della condizione di fatto nella quale ci si stava muovendo, e solo tu ti sei dichiarato contrario, rifiutandoti di aderire a quel progetto. Sai, credo che ambizioni, sete di vittoria non siano buoni sentimenti capaci di muovere ad un’azione politica lucida e responsabile, credo che da parte di chi inizia la propria esperienza amministrativa la tensione dovrebbe essere quella di sfruttare esperienza e buon senso lasciatogli in eredità, ma questo presuppone umiltà ed intelligenza, doti poi non così comuni.
Analisi:
1) Non ci siamo, l'articolo 194 del TUEL non viene metabolizzato, eppure non è molto lungo, LE SENTENZE ESECUTIVE vanno pagate, lo dice la legge. Ed è sempre la legge che stabilisce i criteri per cui un debito vada riconosciuto e cioè se l'Ente si è arricchito dalla prestazione effettuata pur non essendo prevista in bilancio la spesa.
2) Ricordo i tentativi di formare una lista unica e ribadisco il mio concetto espresso allora: amministrare un comune con una sola lista non è democratico, occorre la maggioranza e l'opposizione, non ho cambiato idea e, di certo, ho aderito al progetto di "Rionero Nuovo" non per manie di grandezza né per sete di vittoria.
Hai perfettamente ragione sul fatto che UMILTA' e INTELLIGENZA non sono doti molto comuni, su questo non ci piove e aggiungerei che è sinonimo di intelligenza non parlare della propria intelligenza ed è grande segno di umiltà non vantare le proprie doti.
W RIONERO
Ferdinando Carmosino
Minchia Signor sindaco te l'avevamo detto che dovevi sfruttare l'esperienza e il buon senso che ti avevamo lasciato in eredità! Noi diamo sempre buoni consigli ai picciotti che vogliono fare il sindaco però poi questi picciotti ci devono essere grati e portare rrrespetto ahhh!!
I ddebiti sono solo un fatto psicologico dei fottuti contabili! questa rrobba iè meglio che non giri nella testa della gente...mi sono spiegato ahhh!!
I ddebbiti che ti abbiamo lasciato sono solo € 285.800,00 per squilibrio di competenza, € 356.996,38 per squilibrio ddei rresidui ed € 683.000,00 per ddebiti rriconosciuti ...minchiate solo minchiate contabili sono! Picciotto dovevi venire dalla Famiglia con rrspetto e ti ddicevamo come fare, come gestire con continuità amministrativa tutta la faccenda! e invece tu che hai fatto? ..sei andato a dichiarare il dissesto! Minchiiaaa il disseasto per € 1.325.796,38 di ddebbiti?? noi proprio non ti capiamo...la gente non ti capisce. Hai voluto far sapere a tutti queste faccende interne alla famiglia...perchè lo facisti picciotto? Noi saimo il passato il presente e il futuro di rrionero..tu chi minchia sseii ahhh??? Adesso don vito è incazzato sul serio ma tu puoi ancotra rrimediare!
Dimostra che sei un picciotto d'onore vieni dalla famiglia con rrispetto, chiedi protezione e consiglio e poi dicci a tutti quanti che ti sei sbagliato a fare u dissesto e che si è trattato di uno sbaglio di addizzioni e sottrazzioni perchè il ddebbito è solo una minchiata!
con rrespetto baciamo le mmani
Don Ciccio Corleone
C'è chi alla vigilia scrive a Babbo Natale con umiltà e promette di essere più buono e c'è che scrive al Sindaco accusandolo di inventare storie e di dire bugie... i casi della vita!
La mia impressione? Il "gruppo degli umili", come ama definirsi, è come un bimbo capriccioso che vuole avere sempre ragione! Hanno abbandonato l'aula, sono stati criticati da tutti ma loro hanno sempre la risposta pronta e, quindi, se hanno lasciato il Consiglio la colpa è del Sindaco!
Non mi soffermo su tutte le inesattezze presenti nella lettera aperta ma ci tornerò presto, ora mi preme rispondere a quei cittadini che mi hanno chiesto una precisazione: la somma di 683.000 euro è riferita solo alla prima parte dei debiti fuori bilancio riconosciuta, ci sono altri debiti da riconoscere ai quali va aggiunto lo squilibrio negativo dei bilanci precedenti... quindi il debito complessivo rispecchia, a distanza di un annno, la lucida analisi fatta dal Revisore dei Conti a novembre del 2009 (presente anche su questo sito).
Auguro umilmente BUONE FESTE a tutti!
Ferdinando Carmosino
Parlare di "coraggio del confronto politico" da parte di chi abbandona la seduta di un Consiglio comunale: viva la COERENZA.