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Posted 30 settembre 2013 by Adelio Fioritto in News
 
 

A TESTA ALTA (lettera aperta di Minichiello Tonino)

sentenzaminichiello
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Riceviamo e pubblichiamo dal consigliere di minoranza Tonino Minichiello

 

A TESTA ALTA

Ormai due anni fa a gran voce urlai la mia innocenza e accusai i miei avversari politici di aver messo in piedi artatamente un tentativo di truffa estorsiva nei mie confronti e di diffamazione politica e personale.Le mie parole non vennero accolte da coloro che si eressero a giudici e boia e che deliberarono per la mia decapitazione.
Mala fede, ignoranza, stupidità e barbarie i sentimenti di fondo che li spinsero alla decisione.
Sì, tutti sentimenti che è la sentenza della Corte Suprema di Cassazione, ovvero il massimo organo istituzionale dello Stato, a confermare alla base di un’azione criminale volta a sbarazzarsi di me, in quanto scomodo consigliere di minoranza.
Accogliendo il mio ricorso in tutti i suoi punti, la sentenza sancisce definitivamente il mio essere in alcun modo debitore nei confronti del Comune e per questo proclama l’insussistenza della causa d’incompatibilità per la quale ero stato dichiarato decaduto dalla carica di consigliere comunale. Tale sentenza non lascia spazio a ulteriori menzogne e abbatte fin nelle fondamenta il castello di falsità eretto a sostegno dell’accusa.
Questo libera da qualsiasi dubbio sul fatto che la dichiarazione di decadenza sia stata a dir poco pretestuosa e finalizzata solo ad estromettermi dal consiglio comunale e, non in second’ordine, a distruggere la mia persona, insinuando dubbi sulla mia correttezza e integrità. Un attacco personale mirato a screditare la mia reputazione che si è servito degli strumenti del potere.
Perciò disonesti, e oggi debitori, sono stati coloro che nel ruolo di guida di un intero paese non si sono assunti la responsabilità etica, politica, sociale ed economica che la loro carica gli imponeva; derubando i cittadini, tutti, dal diritto di vivere e agire in uno spazio comune di giustizia. Criminale è chi ha abusato del suo ruolo istituzionale e dell’Amministrazione comunale per colpire e danneggiare il suo diretto oppositore, trattandolo come un nemico da abbattere, colpevole solo di aver perso le elezioni. Questa la mia unica colpa, la colpa di chi mi ha accusato quella, invece, di aver voluto interpretare deliberatamente e criminalmente a proprio piacere e discrezione delle norme con lo scopo di delegittimare me e il mio agire politico, nonché ogni cittadino che mi ha sostenuto e che ha creduto nel mio lavoro.
Ecco, è a tutti loro che parlo, come ho sempre fatto e continuato a fare anche in questi due anni lunghi e faticosi in cui sono stato deprivato e derubato dalla possibilità di fare il mio mestiere politico con serenità. Ma ho continuato e sempre a testa alta, forte della mia innocenza e delle mie buone intenzioni a stare dalla parte dei cittadini, a fare il loro interesse, a dare delle risposte alle loro esigenze e bisogni. E voi? Siete sicuri di aver fatto lo stesso intraprendendo questa guerra nei miei confronti? Avete in questo modo curato gli interessi del comune che amministrate? Personalmente, e non spingendomi troppo oltre, direi assolutamente di no! Solo per quanto riguarda l’aspetto economico di questa brutta faccenda il Comune dovrà pagare le spese legali generate dalla costituzione in giudizio del Comune stesso, cosa che va a gravare sulle casse comunali. Ma io a tal proprosito dichiaro di non volere assolutamente rifarmi delle perdite subite con il Comune, in quanto ente, ma personalmente con ognuno di quelli che ha sostenuto l’ accusa nei miei confronti; ciò perché io voglio bene al mio paese e ho sempre lavorato nel suo interesse. Questo posso urlarlo a gran voce e con me la parte di minoranza che ha continuato a fare bene il suo lavoro, non lasciandosi scoraggiare da atteggiamenti scorretti e prepotenti tendenzialmente minacciosi e intimidatori, continuando, invece, con forza e determinazione a dare battaglia e difendere quello per cui siamo stati scelti dagli elettori.
Per una questione di verità e giustizia sono stato costretto a difendermi nelle sedi appropriate che mi hanno dato ragione. Sono stato costretto perché, riprendendo quello che scrissi due anni fa, chi mi stava di fronte ha mentito e non è stato in grado di mantenere fede a quella che diceva essere la sua bandiera politica nel momento in cui si dichiarava mio compagno di partito: “non condivido le tue idee, ma darò la morte affinché tu possa esprimerle”.
Questo avrebbe dovuto concedermelo, se non altro in nome di una passata comune militanza politica e sulla base di una stima, anche se non più politica, ancora personale e in nome di un rispetto che io nel mio relazionarmi a lui, in quanto uomo, non ho mai abbandonato e mai abbandonerò; riconoscendone con buona fede sempre l’onestà.
Sentimenti questi che muovono le mie azioni. Insomma, io non avrei mai dubitato di lui personalmente come al contrario lui è stato in grado di fare nei miei confronti, fidandosi invece di cattivi consigli e maestri non certo esempi di correttezza e buona gestione della cosa pubblica.
Avrebbe dovuto credermi, fidarsi di quello che gli dicevo per sostenere la mia innocenza.
Ma ormai conosciamo tutti la sua facilità a voltare faccia e cambiare bandiera.
Stupidamente e, anche ingenuamente, si è fatto giustiziere e adesso dovrà rispondere della sua cattiva fede.
Se fossimo in un Paese normale, dove soprattutto chi amministra si assumesse le proprie responsabilità le scuse sarebbero d’obbligo e forse più che opportuno riflettere sull’idoneità a ricoprire quella carica. In un Paese normale a questo punto l’unica azione giusta sarebbe dimettersi. Io continuerò, come sempre a testa alta, ma oggi ritornando al mio legittimo posto, a occuparmi di Rionero, piccola ma grande comunità.

Minichiello Tonino

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Adelio Fioritto