Lettera di Joe Di Franco

Non volevo fare una riflessione per non entrare nel combattimento politico di Rionero, né me ne intendo e neppure la preferisco. Venendo a conoscenza di qualcuno che critica un emigrante firmatosi in lettera minuscola, sembra non voler trovare cose più importanti di cui parlare, ma ciò che fa male di più è il tono che usa, non incoraggiando noi emigrati a scrivere per timore di essere criticati.
Ma ho iniziato a scrivere quando Peppino ha menzionato il nonno, il padre e Don Antonio : ha generato in me una grande emozione. Se ne dovrebbe scrivere di più su questi personaggi e di tutti gli altri del 20° secolo che hanno saputo guidare i cittadini con saggi consigli e buoni esempi per vivere una vita migliore e pacifica durante tempi difficili.
Peppino ha menzionato la Festa dell’Emigrate 1987, 50° di Don Antonio e dell’istituzione dell’Asilo, tre giornate di festeggiamenti entrate nella storia di Rionero e scolpite a caratteri d’oro nelle menti di quanti furono presenti. Furono coniate cento medaglie ricordo distribuite una a famiglia per gli emigrati e furono tutte esaurite. Don Antonio esclamò: Rionero si è ripopolato!
Adelio Fioritto, allora Sindaco, a nome della dinamica Amministrazione Comunale ebbe a presentare una Pergamena ricordo ai capofamiglia degli emigrati, mandò una foto che conservo gelosamente.
Si diceva in quei giorni se non fosse stato per il 50° di Don Antonio non ci sarebbe mai stata l’occasione di portare a Rionero cento e più famiglie emigrate in tutta Italia e in varie parti del mondo, perfino dall’Argentina.
Bisogna dare credito anche al numeroso gruppo del Comitato locale che, fra tutte le manifestazioni, presentò anche un Concorso di Poesie. A questo gruppo mi associai come corrispondente e promotore del Nord America da dove la maggioranza dei compaesani risiedevano e parteciparono.
Non mi dilungo (ce ne sarebbe tantissimo da dire), ma una cosa non l’ho mai potuta accettare: che al Monumento di Don Antonio e l’Emigrante non gli sia stato concesso un posto in paese.
Durante uno dei miei viaggi in Italia ho visitato il paese da dove provengono le pietre della scalinata della chiesa, Coreno Ausonio (Fr). Visitando www.laserra.it, si può ammirare cosa compiono altre comunità, la più grandiosa è un Periodico trimestrale. Quanto sarebbe bello se la Proloco, la gioventù di Rionero si dedicasse alla promozione e al benessere del paese. Era cosi bello quando Ferdinando pubblicava il suo Periodico mensile, non si poteva aspettare che arrivasse il prossimo numero.
In questi giorni un amico 80enne ha scritto versi interessanti sulla Vita, mi compiaccio di condividerli con voi.
Saluti, Joe Di Franco (Cleveland – Ohio)
5/2/2014


caro Joe, capisco la vostra nostalgia per Rio. Capisco che tenere un ponte sempre aperto con la terra natia è importante. eh, mi emoziona ricordare i bei momenti passati con Don Antonio nei suoi due anniversari, il 50m0 e il 60m0. al primo ero piccolino, al secondo già lottavo per rimanere a Rionero. e ci sono rimasto, con molti sacrifici e molte difficoltà. e cerco ancora oggi di fare "qualcosa" per la mia gente. non molto ovviamente. purtroppo la crisi maledetta che ci ha colpito porta tutti me compreso a dedicare energia alla propria professione e non per cattiveria, un po' si isola. qui in Italia i problemi sono molti per via di una politica di mangiapane a tradimento. abbiamo perso un po' la nostra serenità e non è semplice scrivere periodici come ai tempi del caro Ferdinando, dove un nutrito gruppo di giovani lo sosteneva. per quanto riguarda che in tempi di crisi bisogna andare a zappare (non so chi ha detto questo) non è facile nemmeno questo. la terra di Rionero non può creare sostentamento se non per mangiare. ma i balzelli italiani, tasse, contributi che dobbiamo pagare per far mangiare le aragoste ai politici, sono incubi per tutti. ammettiamo che vogliamo andare a zappare, ma sai che se chiamo un amico a cavare le patate così, per amicizia, arriva l' ispettorato del lavoro. quei tempi che tu rimpiangi e che ho vissuto anch'io nella mia adolescenza, sono finiti purtroppo. ma non bisogna ne arrendersi nè scoraggiarsi. Nella vita tutto può succedere. ti abbraccio.
caro Joe,
prima di tutto un saluto a te e tutti gli emigrati.
sono sempre stato convinto cche chi emigra, lo fa per motivi di lavoro, o anche per motivi personali. fino a 15 anni fa eravamo un nutrito gruppo di giovani, non c'era questa maledetta crisi, i nostri genitori lavoravano bene e tutti, in più ci si dava da fare anche noi aiutando in casa. io ho avuto la fortuna e forse anche il coraggio di rimanere qui, scommettendo su Rionero, sui suoi abitanti, perchè fortemente attaccato alla mia terra nativa. come me altri, ma molti sono andati via. ogni tanto con alcuni amici, vado a Montecompatri un paese vicino Roma dove nella frazione di Molara vivono molte famiglie di Rionero, emigrate, andate via perchè a Rionero non potevano più andare avanti.bene...ogni volta è bello vedere questa gente che ti chiede "ch' fa quir" ...
caro Joe,
capisco la tua nostalgia, capisco il tuo amore per Rionero, ma sappiate tutti che con i mezzi di adesso possiamo stare sempre in contatto. Leggevo una risposta riguardante qualcuno che diceva che se c'era crisi si doveva andare a zappare. non so chi lo ha detto, ma andare a zappare dove? prima si viveva zappando, ma ora se un tuo amico sta con te ad aiutarti magari a seminare le patate, arriva l'ispettorato del Lavoro. Siamo in Italia d'altra parte. ti mando un abbraccio. a presto. Amico (colui che suonando l'organetto nel 60mo sacerdozio di Don Antonio, insieme al suo amatissimo compare Demis, a Vernali riuscì a intonare 102 strofette e insieme a voi, tragugiare una bella damigiana)
per maggiore pudicizia, suggerirei asterischi con mutande.
sti c****!
molto bene Joe, sono giuseppe fioritto, il più minuscolo dei minuscoli e forse il più presuntuoso dei preuntuosi , ma ti prometto che se quest'anno riuscirò a fare una lista che mi consentirà di presentarmi alle prossime elezioni comunali e se riuscirò ad essere eletto al consiglio comunale non parteciperanno in modo attivo solo i consiglieri ed il pubblico presente ma farò in modo che sia abilitata la possibilità di intervenire in diretta tramite video conferenza everywhere around the world. Poi spero che la forza creativa dei giovani residenti in Rionero e in tante altre parti parti del mondo farà il resto. Continua a far sentire la tua voce, divulga l'idea così che io o altri possano attivarsi per realizzare e rinforzare una unione in cui tante persone prima di noi hanno creduto e voluto. A risentirci presto giuseppe fioritto
Personalmente reputo la lettera dell'amico Joe particolarmente toccante per diversi aspetti.
Primo fra tutti, riporta uno spirito propositivo e riflessivo in un paese quale quello di Rionero Sannitico che forse rappresenta al meglio la situazione di degrado politico nazionale, ove è più facile urlare, accusare ed insinuare piuttosto che identificare i reali problemi tentando di risolverli, anche con il contributo di quelle parti che politicamente saranno anche avverse, ma mai - o per meglio dire così dovrebbe essere - nemiche.
In secondo luogo, ha avuto il coraggio e la voglia di scrivere evidentemente perché ancora profondamente legato alla sua terra natia, quando è di tutta evidenza che il suo percorso di vita è legato agli USA ormai indissolubilmente. A Lui ed a tutti gli emigranti di Rionero va il mio personalissimo ringraziamento e la mia più profonda stima per aver semplicemente mostrato interesse verso il loro stesso popolo che, loro sì, non hanno mai abbandonato e che per necessità in ben altri tempi dovettero lasciare con mezzi che noi, in tutta onestà, non potremmo mai neppure immaginare.
Per ultimo, ma non certo meno importante, riporta la discussione su un piano un pelino più alto di riflessione : in definitiva, con la poesia che ci ha inviato ed invitato a pubblicare, ci rammenta che su questa terra siamo tutti di passaggio e che, pertanto, forse sarebbe il caso di focalizzarsi sulle cose importanti della vita, quale appunto il "saperla sognare".
Grazie Joe
a me stupisce che persone così umanistiche si nascondano vigliaccamente sempre dietro un anonimo. Qui nessuno sta offendendo l'emigrazione e gli emigranti in generale, mi sto riferendo solo a quella fascia di persone che crede ancora che in questo paese (e in Italia in generale) si vada ancora a defecare con le mucche nelle stalle.
la frase: "e'meglio che state zitti" e' alquanto umiliante per un emigrante. E'stata usata irresponsabilmente, ignorantemente e anche in modo razzistica.Quindi e' inaccettabile;mi stupisce che persone ritenute civicamente e culturalmente preparate possano esibire tanta dappocaggine.
lo stesso Joe che mi disse " a Rionero non torno perché io non gioco a carte e non mi ubriaco"...lo stesso gruppo di emigranti che dice " dalla webcam si vede la gente seduta, ma perché non va a zappare se l'Italia sta in crisi?
Non credo di dire assurdità se penso che forse forse, è meglio se state zitti
Vincenzo D'Amico