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Posted 1 novembre 2009 by ronin in Politica
 
 

PD: scenario politico


Il PD nazionale come tutti sanno ha come logo la bandiera italiana, un simbolo forte ideato tra l’altro da un grafico molisano 25enne. Questo simbolo oltre a sollecitare l’amor patrio ha un significato preciso nel ricordare che il partito nasce da tre componenti precise:

a) il rosso della componente socialdemocratica derivante dal disciolto PCI, poi PDS, poi Ds.
b) il verde della componente ecologista;
c) il bianco derivante dalla corrente della sinistra DC. 

La vittoria de Bersani, della corrente dalemiana, proveniente dalle fila dei Ds ha avuto come effetto immediato la fuoriuscita di Francy Rutelli noto “saltatore sui carri” e trasformista impareggiabile. La sensazione immediata è stata quella di un Bersani intenzionato a spostare a sinistra l’asse del PD, ma senza troppa convinzione.

Il PD non approva l’immobilismo governativo nella gestione della crisi, non approva la politica dei tagli alla spesa sociale, non approva il rilancio del nucleare in italia, insomma vuole dare la spallata a berlusconi però teme di farsi vedere in piazza con la sinistra antagonista e con Di Pietro.

Una bella partita a scacchi per il “giovane Bersani” non c’è che dire! Il PD ha subito un calo pauroso di consensi e di credibilità nelle ultime elezioni europee ed amministrative, come rimediare a tutto questo, come rilanciare il progetto del partito che vuole stare dalla parte di tutti, degli operai, dei precari, degli immigrati, dei disoccupati in genere da una parte e degli imprenditori, dei banchieri, della confindustria dall’altra? Il partito che vuole unire gli italiani, la sintesi delle componenti democristiana, ecologista e socialdemocratica racchiuse in un bel tricolore sventolante sui palchi dei comizi.

La mia impressione è che il PD nel prossimo congresso sarà destinato a scomporsi ulteriormente con la fuoriuscita di altre componenti ormai insofferenti alla direzione dell’ex compagno Bersani. A meno che Pierluigi armato di martello (non più di falce) inizierà a dare un colpetto al cerchio (Franceschini ex balena bianca) e un colpetto alla botte (corrente DS). In ogni caso sarà un tirare a campare fino alla prossima sonora mazzata delle prossime elezioni. Bene farebbe Bersani a provocare anche la fuoriuscita di Franceschini e spostare senza indugi l’asse del PD verso sinistra nella direzione di Sinistra e Libertà, Rifondazione e Comunisti Italiani. Bene farebbe a cercare immediatamente l’alleanza programmatica con Di Pietro. Una mossa di questo genere sulla scacchiera politica sarebbe compreso immediatamente dai numerosi elettori di sinistra e riporterebbe nei primi tempi i consensi elettorali intorno al 30%. Del resto l’errore di Berlinguer nel 1976 quando il PCI  terrorizzava la balena bianca fu quello di abboccare al tranello di Moro, facendosi coinvolgere nel governo e sedendo allo stesso tavolo della lobby bancaria e confindustriale. Il PCI da allora perse consensi perché tradì i lavoratori e le loro aspettative. Tutti quelli che si definiscono di sinistra dovrebbero avere ben chiaro questo passaggio cruciale. In italia le aspettative dei lavoratori sono state tradite dai DS prima, dall’Ulivo poi e dal PD oggi.

Dal pacchetto Treu alla legge Biagi è stato smantellato il diritto dei lavoratori ad un contratto a tempo indeterminato. Oggi la normalità è il contratto a tempo determinato, il part-time, le sostituzioni maternità, la flessibilità che si legge disoccupazione. Ti dicono che non ti assumono perché non hai esperienza, ripassi qualche anno dopo con l’esperienza e ti dicono che ormai sei vecchio e che l’azienda non ha convenienza (sgravi fiscali) nell’assumerti perché magari sei over 32. Allora qui c’è bisogno di una sinistra che faccia la sinistra e non di un centro-sinistra che non fa né il centro né la sinistra. Presto, Casini Rutelli e credo anche Franceschini e qualche desaparecido del PDL daranno vita ad un Grande Centro con un potenziale intorno al 40%, la casa delle libertà dovrebbe vedere la fuoriuscità della componente AN insofferente delle pagliacciate quotidiane del vecchio premier. A livello regionale anche il “giovane Leva” dovrà fornire presto delle indicazioni precise sulla strategia da seguire. Mi risulta che al momento non c’è alcun dialogo con la sinistra antagonista mentre continuano i flirt con la componente centrista.  Cosa succederà?  Difficile dirlo, il molise è stato da sempre un laboratorio politico per esperimenti di avanzata tecnologia politica.

Siccome tutti gli scenari sono possibili nella nostra regione, diventa arduo avanzare una qualsivoglia previsione allo stato attuale delle cose.

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ronin