Manifesto del PD: qualche considerazione
Il manifesto del PD, affisso illegalmente agli inizi di Agosto per le strade di Rionero Sannitico, può essere oggetto di diverse analisi, ma principalmente ci diletteremo nello studiarne insieme l’aspetto:
lessicale, politico e legale.
Partiamo dall’analisi lessicale in quanto è la prima a saltare all’occhio.
Tra un “gliè lo” e una “pool position”, sembra di trovarsi alla fiera della punteggiatura.
Mi sovviene il famoso film “Totò, Peppino e… la malafemmina” in cui Antonio Caponi dettava: “Punto! Due punti!…ma sì, fai vedere che abbondiamo…”.
Sarà stato questo, forse, lo stesso pensiero degli scrittori.
Parentesi tonde che si aprono per non sapere bene dove andranno a chiudersi, frasi talmente contorte da far perdere il filo del discorso, il “sì” affermativo privato del suo accento, domande poste senza alcun punto interrogativo, il tutto riassumibile con: poche idee, ma ben confuse.
La conclusione non è particolarmente infima se si considera il fatto che la “gigantografia” ruota attorno a due soli punti cruciali: la modalità di convalida degli eletti nel caso in cui si dovessero presentare condizioni di incompatibilità/ineleggibilità e la modalità di accesso agli atti da parte dei consiglieri comunali, fattispecie di minoranza.
Come ho già avuto modo di riferire ai diretti interessati, o meglio a quelli che suppongo siano visto che il manifesto è firmato da un non meglio specificato “Gruppo territoriale del PD di Rionero Sannitico”, quando ci si presta ad affiggere pubblicamente un documento di tali dimensioni, sarebbe quantomeno auspicabile che lo si rileggesse, ricontrollandone bene sia la forma che il contenuto.
In questo modo si eviterebbe di commettere errori così grossolani, che mi auguro siano imputabili al poco tempo avuto a disposizione, ma che in qualche modo ledono la credibilità e la serietà degli autori.
Il tutto è aggravato dal fatto che gli argomenti messi in gioco sono tanto seri quanto delicati e il fatto stesso che sia stato esposto durante un mese estivo, periodo di massima visibilità agli occhi non solo dei paesani, ma anche e soprattutto dei villeggianti, peggiora ancor più la situazione.
In quest’ottica, infatti, non solo si è deliberatamente recato danno alla vita politica ed amministrativa comunale, bensì anche a quella culturale del nostro paese: detto in breve, non abbiamo certo fatto una bella figura.
Giungiamo pertanto all’analisi politica, che svela non poche perplessità.
La volontà nel sottoscrivere il manifesto sotto il segno del PD sta ad indicare un chiaro ed inequivocabile distaccamento di questo schieramento dalla linea politica dell’amministrazione comunale, magari supponendo che gli avrebbe reso maggiore peso politico o scenografico.
Già di per sé tutto ciò è alquanto strano, quantomeno curioso, dato che diversi componenti del suddetto consiglio possono tranquillamente essere collocati nelle schiere di tale movimento politico.
A questo punto è legittimo supporre che all’interno dello stesso gruppo si sia verificata una spaccatura che abbia condotto a due scuole di pensiero distinte, ma dato che ho avuto modo di parlare con diversi iscritti al PD ed erano egregiamente all’oscuro del tutto, magari qualcuno potrebbe illuminarci sull’accaduto.
E’ altrettanto lecito chiedersi, allora, se il manifesto non sia stato redatto da altri individui che, mascherandosi dietro l’effige di un partito nazionale, possono essere identificati come il gruppo d’opposizione territoriale del Comune di Rionero Sannitico.
Forse solo impauriti da non meglio specificate ripercussioni alle quali sarebbero potuti andare incontro, ma a questo punto si celerebbero dietro la nube della codardia, è opportuno ricordare a lor Signori che non hanno ricevuto alcuna autorizzazione per parlare a nome di un qualcosa che non gli appartiene.
Pertanto, seguendo sempre la linea della supposizione, il primo falso è ben che svelato.
Premesso ciò, che forse è più importante e grave di quanto possa sembrare, veniamo ai punti cruciali del manifesto, sempre in una visione politica del discorso.
Il titolo del documento è: Al “VIA” la Trasparenza, legalità e rispetto.
Il messaggio che ne deriva è che il Comune abbia commesso qualche illecito abbastanza preoccupante, andiamo a scoprire quale.
Siamo partiti in “pool position”: vengono da subito citate le giornate ecologiche che si sono svolte sul territorio comunale deridendo, non si capisce bene il motivo, un sindaco che partecipa attivamente alla manifestazione, nonché i vari consiglieri e cittadini che “si divertono” per tale iniziativa.
Come ho già avuto modo di dire, la “giornata ecologica”, così come è stata definita, non è altro che un simbolo, un messaggio che si vuole mandare più etico/morale che pratico.
E’ palese che non verrà risolto alcun problema in tal giorno, è altrettanto normale che un’amministrazione debba provvedere autonomamente a quel decoro urbano con i propri mezzi e le proprie capacità, ma è di fondamentale importanza il concetto che si vuole inculcare nel cuore della popolazione: il “Paese” è di tutti, se solo riuscissimo a comprenderlo e a comportarci di conseguenza, il 50% del lavoro sarebbe già fatto.
In quest’ottica “chi”, meglio di un sindaco e della propria amministrazione, deve lanciare il messaggio e rafforzarlo col buon esempio e “chi”, meglio dei cittadini, deve raccoglierlo attraverso il consenso? Forse ciò che ha dato realmente fastidio è che le giornate siano state “partecipate” dato che sarebbe solo da folli andare contro l’idea di base che muove il tutto: l’ecologico.
Tuttavia, l’espressione che meglio chiarifica il tutto è : “siamo passati dalla PADELLA ALLA BRACE!!!!!”. Ovviamente è sinonimo di “si stava meglio quando si stava peggio”, quindi si consigliava di votare il “meno peggio” (coloro che hanno lasciato un disavanzo di 2 milioni e passa di euro sul Comune… pertanto l’amministrazione è legittimata, da quanto scritto, a poterne fare altrettanti se non di più) e non “il migliore” in termini assolutistici, cosa ancora tutta da dimostrare.
Se avessimo, infatti, un metro di misura che ci permettesse di mettere a confronto la presente amministrazione con le altre due passate, allora saremmo in grado di fare dei paragoni, ma dato che ciò non è possibile, non possiamo fare altro che aspettare che amministrino il paese almeno per altri 9 anni e 3 mesi al fine di trarre delle conclusioni oggettive: quindi siamo giunti al secondo falso.
Continuando con la lettura notiamo che viene fuori la figura di un burattinaio che tesse le fila di chissà quale progetto oscuro alle spalle di una popolazione ignara del tutto.
I rioneresi non sono stupidi, hanno capito a quale “personaggio” ci si riferisce, ma allora mi vengono in mente diverse domande da porre agli scrittori.
Se di “quel” personaggio si parla, vorrei chiedervi:
- Come mai ci avete trascorso insieme una decade della vostra vita?
- Come mai non ne avete preso subito le distanze già da Febbraio all’inizio dei giochi politici?
- Come mai si è atteso tre giorni prima delle elezioni comunali per cominciarne a parlare male?
- Si sperava forse, fino all’ultimo, di un suo appoggio politico?
- In tal caso, sarebbe rientrato tra le schiere degli uomini “giusti”?
- Se così fosse stato, in caso di vittoria, avrebbe manovrato anche voi?
Sono semplici domande, spero legittime, alle quali si auspica che venga data una risposta, anche perché non nascondo questo senso di fastidio che mi opprime ogni qual volta si parli di quest’uomo e vi spiego anche il motivo.
Tale “personaggio”, definito in questo modo prettamente dispregiativo dai suoi ex amici e compagni, non certo da me, può non avere la mia fiducia o la mia stima politica, ma non mi sono mai sognato di mancargli di quel rispetto degno di ogni essere umano.
Questa “caccia alle streghe” dettata da puri interessi personali e politici non fa certo onore, anzi esalta la figura retorica di un “Tu quoque Brute fili mi”, dato che parte dei “politici” ripresentati alle scorse elezioni erano nati proprio sotto l’effige politica di tale uomo… quantomeno da parte loro mi sarei aspettato un po’ più di riconoscenza.
Chiusa questa parentesi prettamente personale, continuiamo nella lettura.
Entriamo nel vivo del dibattito, la procedura di convalida degli eletti nel caso in cui si dovessero presentare condizioni di incompatibilità/ineleggibilità.
Dato che l’analisi legale del discorso sarà presentata in un secondo momento, vorrei soffermarmi su l’aggettivo “presunta” associato all’incompatibilità.
Si parla di un consigliere di minoranza che aveva cause pendenti con il Comune, tale consigliere aveva richiesto, in tempi antecedenti alle elezioni amministrative, un resoconto preciso e dettagliato presso la ragioneria e la segreteria comunale, essendo lui stesso il richiedente era impossibile che non ne fosse a conoscenza, pertanto è inammissibile il termine usato evidentemente a sproposito e fuorviante: l’incompatibilità era certa e nota da illo tempore, altro falso palese.
Nel testo si cita anche come due consiglieri di minoranza avessero esposto la procedura corretta da seguire nel suddetto caso, non me ne vogliano, ma da ignorante quale sono presumo che una segretaria comunale, con titoli ed anni di studio e pertanto esperienza acquisita, sia più qualificata di loro ad illustrare il modus operandi in simili circostanze.
Certamente ciò non deve indurci nella falsa convinzione che una persona non possa mai commettere errori, tuttavia mi verrebbe da chiedere: come mai, fino a Giugno c.a, tale segretaria era più che qualificata a svolgere il proprio lavoro, essendo stata assunta proprio dalla passata amministrazione composta anche da un consigliere che oggi ne solleva l’incapacità, ed oggi invece non sarebbe più in grado di adempiere alle proprie mansioni?
Andando avanti si parla anche di una non meglio specificata mancanza di sensibilità.
Non capisco, una persona commette un qualcosa di illecito, deve pagare, non lo fa nei tempi e nei modi prefissati e bisognerebbe avere una qualche forma di riguardo nei suoi confronti? Allora cosa dovremmo fare con la maggioranza dei cittadini che, al contrario, si comporta sempre in modo retto e corretto? Per par condicio, dovremmo quantomeno accoglierli con un bel tappeto rosso…
Prima di arrivare al prossimo punto, è opportuno considerare un’ultima frase: “Che pensano questi signori che tutto gli è concesso?”.
Si suppone che il popolo li abbia votati per amministrare ed è quello che, tutto sommato, stanno cercando di fare. La minoranza ha indubbiamente il diritto/dovere di opporsi, ma è altrettanto sacrosanto il diritto di una maggioranza di portare avanti il proprio programma elettorale presentato alle elezioni ed avvallato successivamente da un così forte consenso popolare da non lasciare adito ad alcun dubbio: sono stati chiamati proprio a questo, altrimenti non avrebbe senso vivere in uno stato democratico.
Per quanto riguarda il secondo ed ultimo aspetto del manifesto, in realtà c’è ben poco da dire o commentare.
I due consiglieri di minoranza avevano già acquisito tutti gli atti che avevano richiesto facendone fotocopia e gli era stata riservata la stanza del sindaco per poterli visionare.
Il problema è sorto nel momento in cui i suddetti erano entrati in un ufficio chiuso al pubblico nel quale, per motivi prettamente logistici, stava lavorando un assessore in qualità di “Responsabile dell’area finanziaria”. Tale assessore, non avendo né il tempo né l’obbligo di riceverli, gli aveva chiesto cortesemente di uscire dalla stanza in quanto non erano autorizzati ad occupare il locale senza motivo, a maggior ragione che l’accesso agli uffici pubblici è vincolato dalla presenza del responsabile d’ufficio che in quel momento era assente vista l’ora.
Constatando che le ripetute richieste venivamo prontamente disattese, si è preferito rivolgersi alle forze dell’ordine per porre fine ad una simile situazione.
Il fatto si è svolto in un clima a dir poco aggressivo da ambo le parti ed un simile atteggiamento va sì condannato data l’impossibilità di poter giustificare comportamenti poco consoni alla figura istituzionale che si rappresenta, ma bisogna essere altrettanto onesti nel riconoscerne le colpe a tutti gli ivi presenti.
Ciò che si evince in modo palese è come tale degenerazione sia scaturita solo dall’interesse di recare disturbo al lavoro altrui dato che, al fine di “acquisire documentazione inerente al consiglio ed espletare quel diritto/dovere di controllo”, i due consiglieri di minoranza avevano già ricevuto tutto ciò che gli era necessario, quale per l’appunto la documentazione richiesta e un locale più che consono al fine di poterla visionare.
Se proprio vogliamo parlare di formalità o di ostruzionismo da parte della maggioranza, i due assessori gli avrebbero tranquillamente potuto riferire di richiedere gli atti presso gli uffici preposti, che in quel momento erano chiusi, dato che gli incartamenti non si reclamano nè al sindaco nè agli assessori, ma agli organi preposti con i tempi e le modalità prefissate sia dal TUEL che dallo statuto comunale.
Così come si pretende, giustamente, un comportamento “formale” per le nomine e quant’altro, ci si attende che il medesimo venga rispettato nella procedura di richiesta e visione degli atti, cosa che invece non è avvenuta.
Dato che tutto ciò è facilmente riscontrabile, invito i Sig. lettori a prendere visione sia del TUEL che dello statuto comunale (documenti pubblici), continuando nella lettura della circolare che il prefetto ha già inoltrato a tutti i consiglieri e presidenti comunali diversi mesi fa e che questo sito si prende l’incarico di pubblicare quanto prima, al fine di chiarire il più possibile le modalità di accesso agli atti ponendo particolare attenzione ai consiglieri comunali di minoranza.
La lettera si conclude con un appella ai “Rioneresi con le patate sugli occhi”, incitandoli a non subire in silenzio.
Personalmente ho raccolto positivamente l’invito da parte de “Il Gruppo Territoriale del PD” a non abbassare mai la guardia e sarò il primo a criticare quando se ne presenterà l’occasione firmandomi sempre e comunque, ma vorrei altrettanto rimarcare che “se” d’informazione si tratta, allora deve essere svolta in maniera limpida ed oggettiva, con riferimenti a leggi al fine di poter parlare a ragione veduta, non in base a sterili supposizioni ponendo l’accento su procedure non meglio specificate che non trovano riscontro in alcun testo giuridico.
Ho letto e riletto il TUEL, ho chiesto e preso visione dello statuto comunale, ho impegnato con piacere il mio tempo al fine di potermi fare un’idea oggettiva sulla base del “manifesto”, cosa che molti altri cittadini, per i più svariati motivi, non hanno potuto fare.
Ciò che ho riscontrato, tuttavia, è solo una grave mancanza d’informazione da parte degli stessi denunziatori che, evidentemente, non hanno avuto né il tempo né la voglia di leggersi i suddetti testi, manifestando solo il proprio desiderio di recare danno e “disinformare” la cittadinanza, oltre a far perdere tempo a diverse persone.
Non voglio tornare sugli ormai inflazionati concetti di una minoranza che deve svolgere il proprio ruolo di opposizione in modo limpido e costruttivo, ma l’appello che voglio fare a entrambi gli schieramenti è che si lavori sempre tenendo ben a mente il bene comune dei cittadini di Rionero Sannitico, rassicurando con profonda onestà l’opposizione nel dirle che troverà sempre un valido appoggio qualora se ne presenti la necessità (ma concreta, non giocando alla fanta-politica) e incoraggiando la maggioranza a fare bene il proprio lavoro conscia del consenso popolare che ha ottenuto, tenendo fede alle grandi aspettative che invadono il popolo di Rionero, sempre nel pieno rispetto degli individui, essendo chiamati a rappresentare non solo una parte della cittadinanza, bensì tutta la collettività.
Grazie e a presto.
Adelio Fioritto
Scarica:
– questo documento (PDF)
– il manifesto del PD (JPG)
– il TUEL (PDF)
– la circolare del Prefetto


Ciao Ronin,
in realtà ho parlato di affissione illegale, non illegittima, ma te ne do atto, possiamo tranquillamente definirla “irregolare” siccome non è “conforme alla legge” che recita:
“La richiesta è effettuata dalla persona fisica che intende affiggere manifesti per i soggetti di cui all'articolo 20 e deve avvenire secondo le modalità previste dal presente decreto e dai relativi regolamenti comunali. ” (LEGGE 30 dicembre 2004, n. 311 , comma 480/c)
Da quello che ho capito, mi stai dicendo che avrebbero potuto non pagare l'imposta rientrando in una delle categorie di cui all'art.20 del d.l. 15 novembre 1993, n.507, tuttavia esso si riferisce agli “Spazi riservati ed esenzione dal diritto ” pari al 10% che il Comune deve indicare, ma dubito che ci sia stata una logica in tale senso.
Se consideri poi che, dal “si dice in giro”, chi ha affisso il manifesto non è neppure iscritto a tale partito, ed essendo lui stesso il solo ed unico responsabile, dovremmo anche capire se ricadrebbe ancora nell'ottica del “manifesto associativo”.
Sebbene esso tratti di politica, infatti, non vuol dire che sia necessariamente associato a un qualcosa ed in tal senso dovremmo anche andare a scoprire se “Il gruppo territoriale del PD” ha uno statuto politicamente riconosciuto.
Vorrei far notare come i commi 480, 481, 482, 483, del suddetto d.l., mettano in chiara luce come
“il responsabile è esclusivamente colui che materialmente è colto in flagranza nell'atto di affissione. Non sussiste responsabilità solidale. ”
Il che mi sembra abbastanza assurdo... praticamente anche accertata la veridicità del legame tra il manifesto e l'associazione, comunque ne pagherebbe solo chi materialmente compie l'atto di affissione.
Ho parlato con mio cugino a riguardo, è stato illuminante: se in Francia esistono 6000 leggi in vigore, in altri stati 7-20 mila, in Italia “si stima” ce ne siamo dalle 150 alle 200 mila... ci fa i suoi più profondi e sinceri auguri!
Per come la vedo io il discorso è molto semplice:
andava chiesta l'autorizzazione → non lo hanno fatto → hanno sbagliato.
Punto, non ci sono né se né ma in gioco...
DECRETO LEGISLATIVO 15 novembre 1993, n.507
http://www.comune.jesi.an.it/MV/leggi/dlvo507-93.htm
LEGGE 30 dicembre 2004, n. 311 (GU n. 306 Suppl.Ord. del 31/12/2004)
http://www.italgiure.giustizia.it/nir/lexs/2004/lexs_407503.html
Adelio, parlavi di affissione illegittima del “lenzuolo”.
Personalmente parlerei più di una irregolarità nelle modalità di affissione piuttosto che di illegittimità. L’affissione irregolare è sempre sanabile viceversa quella illegale deve essere rimossa. Ad esempio deve essere considerata illegittima l’affissione di un manifesto contenente un proclama per la ricostituzione del partito fascista. Nello specifico mi sembra di capire che la richiesta di affissione del lenzuolo non sia stata fatta, però è stata pagata una tassa per l’affissione dello stesso.
Non so se il comune sia dotato di un regolamento sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni ma in caso affermativo dubito che lo stesso abbia recepito le ultime novità legislative.
Come detto nel seguente link: http://212.210.110.138/oggetti/2358.doc:
“Se la materia in oggetto non sarà ben disciplinata dal regolamento, potranno esserci associazioni (o partiti politici, che usufruiscono delle stesse agevolazioni) che di fatto potrebbero monopolizzare gli spazi gratuiti o per la quantità dei manifesti affissi o per la durata dell’affissione (tanto lì non si paga), a discapito di altre associazioni che potrebbero non trovare spazi gratuiti disponibili per i loro manifesti nel 10% riservato per questo tipo di affissioni gratuite. Inoltre, se non disciplinate, potranno verificarsi “affissioni selvagge”, visto che basta non farsi cogliere in fragrante, essendo stato abolito il principio della “responsabilità solidale” sino ad ora applicata anche ai soggetti indicati nell’art. 20.”
Si dice in giro che con i commi 480, 481, 482 e 483 dell’art. 1 (ed unico) è stato modificato il D.Lgs. 15-11-1993 n. 507 che disciplina, appunto, le pubbliche affissioni e l’imposta sulla pubblicità. In particolare questa modifica prevede che per i soggetti elencati nell’art. 20 del D.L.gs 507/1993 non trova applicazione l’imposta di pubblicità (modifica introdotta al previgente art.6 del D.L.gs 507). In pratica c’è l’esenzione per tutti i tipi di pubblicità (manifesti, striscioni, cartelli, insegne, pubblicità luminosa o sonora, volantini ecc.) disciplinati dal DLgs 507/1993.
I soggetti previsti dall’art. 20 Dlgs 15-11-1993 n. 507 sono:
a) manifesti riguardanti in via esclusiva lo Stato e gli enti pubblici territoriali e che non rientrano nei casi per i quali è prevista l’esenzione ai sensi dell’art. 21;
b) manifesti di comitati, associazioni, fondazioni ed ogni altro ente che non abbia scopo di lucro;
c) manifesti relativi ad attività politiche, sindacali e di categoria, culturali, sportive, filantropiche e religiose, da chiunque realizzate, con il patrocinio o la partecipazione degli enti pubblici territoriali;
d) manifesti relativi a festeggiamenti patriottici, religiosi, a spettacoli viaggianti e di beneficienza;
Teoricamente adesso è possibile, ditemi se le ricevete o meno
non arrivano nemmeno a me le notifiche.
Sì sì, hai risposto alla mia domanda però capisco, da ciò che dici che comunque una cosa che avete deciso in pochi, dato che diversi tuoi compagni di partito erano totalmente all'oscuro.
La cosa è ancora più atipica se la minoranza che si firma come sede locale del PD abbia all'interno almeno 2 mebri su 4 (e voglio tenermi stretto) che sicuramente del PD non sono.
Anche loro sono quindi responsabili del manifesto o, in quanto non iscritti al partito, non hanno avuto potere di veto e voto? cioè per capirci... quel manifesto chi rappresenta??
quindi tu l'hai letto, quello che l'ha scritto l'ha letto, altri compagni l'avranno letto.. ma la sinistra non era il partito degli intellettuali??
Ragazzi.. tralasciando i contenuti.. io c'ho riso per giorni passandoci davanti
Anna, ti giuro che pensavo che ti fossi già iscritta... abilitata come "autore", ora dovresti poter accedere ad un pannello di inserimento, dimmi se qualcosa non va.
Il fatto che non siano arrivate le notifiche mi sembra strano, probabilmente devo installare un plugin, lo faccio subito.
ps: niente da fare, ce ne sono diversi ma funzionano male, sempre meglio usare i feed presenti in alto a destra.
Per Adelio, dove dovrebbero arrivare le notifiche delle risposte? Può essere che non mi arrivano perchè non mi sono ancora iscritta? Dai lo faccio ora...
Per Vincenzo: alla fine non ho ben capito la domanda, vuoi per caso sapere se ero a conoscenza del manifesto? Se la domanda era questa, la risposta è ovviamente SI!Non so se ci sono state riunioni tra gli altri iscritti, ma io ho preso visione e letto il manifesto più di una settimana prima che venisse pubblicato, mi è sembrato che fosse scritto abbastanza bene per cui ho detto che per me si poteva far pubblicare, avevo proposto un quotidiano locale... poi di come il manifesto è arrivato sulle mura cittadine (quindi procedure di autorizzazione o richieste varie) non te lo so dire nello specifico, so solo che è stata pagata questa famosa tassa.
io vorrei solo fare una considerazione e una domanda ad Anna, che credo sia membro del partito che ha affisso il manifesto, e che quindi, essendo anche lei parte del gruppo territoriale del PD, sarà stata ovviamente avvisata preventivamente della decisione di scriverlo e stamparlo, perchè se democrazia deve essere, le decisioni devono essere prese da tutti e non dal solito capoccia.
Avrete quindi fatto una riunione, commentato l'accaduto, deciso il dafarsi, messo ai voti e approvato.
Mi suonerebbe ironico che un partito che ha la democrazia nel suo nome, si comporti poi come il buon Silvio, facendo e disfacendo senza interpellare nessuno.
Perchè, parlo con opinione personale, se facessi parte di un movimento politico e vedessi affisso il mio simbolo su una gigantografia in paese, mi girerebbero un pò gli zebedei non sapendo neppure di cosa si tratti.
Te lo chiedo perchè altri membri del tuo partito... non ne sapevano nulla.
Ah, per la cronaca.. il termine dittatura è ORA più che mai inappropriato.
Ciao Anna!
Non ti preoccupare, lo sai che mi fa sempre piacere discutere con le persone, soprattutto se la pensano diversamente da me (altrimenti non avrei neppure scritto questo post :p ).
Allora, da quanto so io, ci si riferisce all'art. 663 del c.p. che cita testualmente:
Art. 663
- Vendita, distribuzione o affissione abusiva di scritti o disegni -
Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, vende o distribuisce o mette comunque in circolazione scritti o disegni, senza avere ottenuto l'autorizzazione richiesta dalla legge, è punito con l'arresto fino a un mese e con l'ammenda fino a lire cinquantamila.
Alla stessa pena soggiace chiunque, senza licenza dell'Autorità e senza osservarne le prescrizioni, in luogo pubblico aperto o esposto al pubblico, affigge scritti o disegni, o fa uso di mezzi luminosi o acustici per comunicazioni al pubblico, o comunque colloca iscrizioni o disegni.
Le disposizioni dei commi 1 e 2 non si applicano all'affissione di scritti o disegni fuori dai luoghi destinati dall'autorità competente (1).
(1) Comma aggiunto dall'art. 8, D.Lgs. 11 luglio 1994, n. 480.
Sono ignorante in materia, ma dubito che per "autorizzazione richiesta dalla legge" ci si riferisca alla tassa da versare al Comune.
Per quanto riguarda quello che giustamente mi hai fatto notare, riporto testualmente:
"credo che una delle prime regole da rispettare quando si scrive un pezzo è quella di non inserire informazioni quando non si ha la certezza della loro veridicità"
posso solo dirti che hai ragione, ma evidentemente non sai che ho chiesto ("suppongo", dato che è firmato dal gruppo territoriale del PD) ai diretti interessati i quali mi hanno riferito, per l'appunto, di aver versato il contributo economico, che sarebbe la stessa cosa che mi aveva detto il Sindaco, senza avanzare regolare richiesta scritta (neppure verbale, ovviamente).
Per quanto riguarda l'altro punto, quello della signora che affisse qualcosa sul portone della Chiesa, mi spiace ma non ricordo più a cosa si riferisse, anche se ricordo vagamente un fatto simile.
Ah, quasi dimenticavo... sì, durante l'ultimo consiglio comunale, è stato riferito in merito, ma non essendo stato presente non posso relazionarti, magari Ferdinando o qualcun altro (se non sbaglio Marco) potrebbero parlarcene.
ps: ma a voi le notifiche delle risposte arrivano tutte?
E poi, scusa Ade se oggi sono un pò critica, so che tu non sei un giornalista, ma credo che una delle prime regole da rispettare quando si scrive un pezzo è quella di non inserire informazioni quando non si ha la certezza della loro veridicità! Cosa vuoi fare le smentite alla Berlusconi? Non sarebbe meglio evitare direttamente di fare determinate affermazioni?
Poi se questo era affisso illegalmente cosa avremmo dovuto dire quando, diversi anni fa ormai, una donna del paese (di cui preferisco non citare il nome) affisse una lettera nientemeno che sul portono della Chiese? Dovevamo rinchiuderla direttamente? Rovinare così la sacralità di una Chiesa! O forse voleva giocare a fare Martin Lutero (avrete sentito parlare tutti delle 95 tesi che affisse sul portone della Chiesa di Wittenberg)?
Questo era solo un esempio per farvi capire come in paese siano già accaduti simili fatti!
Continuo cmq a sostenere che una risposta e delle spiegazioni dovrebbero essere date dai due assessori citati nel manifesto! Se quialcosa è stato detto al consiglio non posso saperlo perchè purtroppo non ero presente (ero alla riunione del partito che amate tanto :-P)!
Scusa la mia ignoranza ma da quando occorre chiedere un'aurorizzazione per far circolare le proprie idee? A Rionero è forse arrivata in anticipo la dittatura! Il pagamente di una tassa credo lasci intendere che si può procedere all'affissione! Non sono riuscita cmq a trovare il regolamento di Rionero per le affissioni (lo cercavo perchè ho natato, navigando in rete, che ogni comune ha diverse modalità), ma continuo a sostenere che UNA TASSA È STATA PAGATA (mi dispiace che Adelio abbia dimenticato di scriverlo)!
sì, sì, la mia non voleva essere una critica, ma una semplice battuta.
ci si potrebbe scrivere ore o giorni.
sarebbe anche divertente fare una piccola considerazione sul fatto che gente che fino a qualche mese addietro non sapeva cosa fosse una manifestazione popolare, una processione o una boccata d'aria la domenica, anzi.. usava questi termini con ironia.. sagre della porhcetta e varie, senza dimenticare che anche la festa dell'Unità in cui la sopracitata gente si impegna(va?) ha, nel suo svolgimento, sia la sagra che la porchetta, ora sia diventata più sociale (almeno in apparenza) di quanto Aristotele abbia mai predetto.
E sarebbe anche altresì divertente spiegare a tali signori che i rioneresi non sono stupidi, e che, se non costretti-minacciati-scialacquati, ragionano con un pò di autonomia.
Il buonsenso di dare il buongiorno a qualcuno è un gesto che prescinde da cariche e tornate elettorali, ma sopratutto.. la socializzazione non è un'evento sporadico come l'influenza o un giubileo.
A volte la sintesi è possibile, altre volte no.
Se ci fai caso, non torno mai due volte sullo stesso punto, ma dato che il "manifesto" ha sollevato questioni serie ed importanti, era giusto a mio avviso affrontarle degnamente.
Non per niente ci ho impiegato così tanto tempo per pubblicarlo.
Non posso che essere d'accordo con te...
però Ade, hai scritto una papella degna davvero dei migliori, "rionereseggianti", manifesti del PD.
forza ragazzi... capacità di sintesi
Da quello che so, è stata versata la tassa di affissione, ma non è stata richiesta alcuna autorizzazione al Comune. Nel caso in cui mi fossi sbagliato, non ho problemi a ritirare le "accuse" e chiedere venia, ma non prima di aver visto fotocopia firmata dell'autorizzazione.
In che senso "affisso illegalmente"? In base a cosa lo affermi?